
Steve Miller è un artista multi-mediale nel verso senso del termine: pittore, scultore, fotografo e anche X-Ray artist. Conosciuto in ambito internazionale, i suoi lavori sono infatti derivati dal suo fascino per la scienza, la natura e il rapporto che l’uomo ha con essa, tanto da essere giudicato uno dei padri del movimento Sci-Art. Non è dunque estraneo alla tecnologia, e la utilizza per sensibilizzare la società verso varie tematiche, come quelle ambientaliste.

Un po’ di tutto e anche di più
Miller è nato a Buffalo, New York. Ha studiato al Middlebury College e si è trasferito a New York alla fine degli anni Settanta. Da quel momento ha cominciato a sperimentare con le più diverse forme d’arte, prima quelle canoniche, come pittura e scultura, ispirandosi alla Pop Art di Andy Wharol. Poi verso gli anni ’80 iniziò a sperimentare con nuove tecnologie, come imaging al microscopio elettronico, ecografie, elettrocardiogrammi, scansioni CAT, raggi X e risonanze magnetiche al fine di esplorare un nuovo tipo di ritrattistica. Era nata infatti in quel periodo una discussione sul fatto se la ritrattistica classica fosse morta o meno.
“Pensiamo sempre a un ritratto come a una forma di identificazione del soggetto, ma ora con la tecnologia e la medicina legale identifichiamo chiunque con la ricerca dei suoi dati, le sue scansioni, le sue cartelle cliniche e le impronte dentali. Si è invertita l’idea del ritratto dipinto. È anche interessante pensare alla credenza rinascimentale per cui se si guarda negli occhi di una persona puoi vederne l’anima; ora puoi davvero guardare dentro il suo corpo. ”
Steve Miller

L’approccio esclusivo alle radiografie comincia negli anni ’90. Quando sua madre venne a mancare, l’artista decise di radiografare la sua collezione di vestiti e accessori di moda, come modo per elaborare il lutto e poterla celebrare. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che Miller lavorerà con la moda. Infatti dalla serie postuma “Health of the Planet” trarrà una sorta di mostra spin-off tenutasi in Brasile nel 2013, “Fashion Animal“, nella quale la semplice chiarezza delle radiografie raffiguranti animali in bianco e nero è stata appesa accanto a una serie di stampe a raggi X dai colori brillanti di borse a mano, scarpe e gioielli.

La salute del pianeta
Il lavoro più importante di Miller rimane però la serie pluriennale “Health of the Planet“, iniziata nel 2005 dopo aver visitato per la prima volta il Brasile e l’Amazzonia. In questo viaggio l’artista si rende conto della bellezza e dell’importanza che ricopre l’ecosistema nel nostro pianeta, ma anche di quanto l’uomo stia interferendo con essa. Decide dunque di utilizzare il suo particolare taglio artistico per sensibilizzare e analizzare la situazione ambientale. Racconta a East End Beacon:
“Se l’Amazzonia è il polmone del pianeta, darei al pianeta un controllo medico, un controllo metaforico, effettuando una radiografia dei polmoni. Mi sentivo come se avessi gli strumenti e la tecnologia per fare un’analisi ambientale della salute della Terra.”

Naturali complicanze
Le intenzioni erano buone, ma cominciare il lavoro non è stato facile. Ci sono voluti tre anni per far sì che una clinica in Brasile lavorasse costantemente con lui sul suo progetto, scansionando le piante e gli animali nativi dell’Amazzonia. Dopo aver scelto un luogo che avesse un porto di pescatori, una voliera, uno zoo e un acquario, capì che gli serviva anche un laboratorio che lo aiutasse con le radiografie. Anche eseguire le radiografie sugli animali non è stato semplice:
“Abbiamo alcuni raggi X di alligatori vivi, anche se in qualche modo sedati. Sono andato a cercare i bradipi e siamo riusciti a prenderne alcuni. Abbiamo fatto radiografare il pitone dal vivo, ma prima gli abbiamo dato da mangiare un topo per calmarlo.”



Il risultato però è sorprendente. Le radiografie nate da questa serie sono semplici, in bianco e nero, senza colori aggiunti in post-produzione, ma proprio per questo sono ancora più affascinati. Sia le immagini di flora che quelle di fauna incarnano una doppia natura scientifica e filosofica, come ad espletare l’intento di Miller di compiere un check-up dell’ambiente per imparare finalmente a prendercene cura e a riconoscere la precarietà di una bellezza che rischia di non esistere più.
FONTI:
Sito ufficiale dell’artista
www.eastendbeacon.com
museemagazine.com
www.artspace.com
www.youtube.com