
Nato come fotografo per agenzie pubblicitarie, Xavier Lucchesi ha rivoluzionato la sua tecnica artistica andando oltre la mera rappresentazione della materia, entrando al suo interno ed esplorando ciò che la compone tramite un nuovo “sguardo”. L’artista si avvicina così allo strumento che concede di indagare quel che si nasconde oltre la superficie: i raggi x.


L’approccio russo
Lucchesi, classe 1959 si forma nella sua terra natia, la Francia, all’Università di Aix-Marseille dove presenta una tesi magistrale intitolata «Raggi X e immagini», segno del suo precoce interesse verso questo particolare medium artistico che riprenderà solo più avanti nella sua carriera. È infatti il 1993 quando vinse la borsa di studio artistica “Leonardo da Vinci” messa in palio dall’Ufficio esteri francese che gli permise di trascorrere sei mesi in Russia. Proprio in questo periodo assiste alla crisi costituzionale russa e alla conquista della Casa Bianca di Mosca da parte dell’esercito sovietico, eventi che ispireranno la serie «USSR – Historical events» nonché le prime sperimentazioni con le radiografie presso l’Ospedale di Mosca.

Capolavori svelati
Interessato a tutti gli aspetti del reale e dell’immaginabile, le sue radiografie raffigurano esseri umani, oggetti e persino opere d’arte. Dal 2000 Lucchesi collabora con i più grandi musei parigini quali Musée du Louvre, Musée Picasso, Musée d’Orsay, Musée Rodin, Muséum National d’Histoire Naturelle e il Musée Quai Branly-Jacques Chirac, per il quale ha realizzato delle vere opere-analisi scansionando i capolavori della storia dell’arte. Nel 2016 collabora con il Ministero degli Affari Culturali coreano che gli concede di esaminare il famosissimo dipinto di Leonardo da Vinci, La Gioconda, permettendogli di giocare con vari pattern e indagare i misteri dell’opera d’arte più enigmatica di tutti i tempi, svelandone i misteri celati.



“Quando Xavier Lucchesi lavora su immagini preesistenti, capolavori, come i dipinti di Picasso, non ci rivela l’altro lato delle cose, ma il dramma della visione. L’occhio non può attraversare la materia, tranne quando inventa ciò che potrebbe vedere in essa. Non siamo più dei credenti, ma le opere di Xavier Lucchesi ci restituiscono un po’ del potere magico dovuto allo sguardo visionario. Le sue immagini incontrano, nella mente dello spettatore, le pure invenzioni del cervello.”
estratto da Going through, di Jean-Louis Poitevin (Parigi, 2009)
Nel 2006 con la serie “Picasso X-Ray“, Lucchesi ha ottenuto i diritti esclusivi sulle radiografie delle sculture, e in seguito dei dipinti, del celebre autore cubista. Per realizzarle si è avvalso di un camion scanner, che è rimasto posizionato per tutto il periodo di lavoro davanti al Musée Picasso, e dell’aiuto del Centro per la Ricerca e il Restauro dei Musei di Francia (C2RMF).




Automi e umani
Con la serie “Automates / Automatons“, Lucchesi realizza delle radiografie della collezione di automi appartenenti al Musée Arthuro Lopez di Neuilly-sur Seine, non lontano da Parigi. In questo lavoro l’artista associa l’anatomia meccanica dei manichini a quella umana, rendendo possibile un confronto tra scheletro “finto” e scheletro “reale”. Seppur così diversi, questi risultano talmente simili da confondersi se osservati tramite l’occhio penetrante dei raggi x.



Paesaggi interiori
Tramite la serie “Biometriè” l’artista parigino si concentra sul corpo umano per arrivare a una nuova consapevolezza del sé che sviluppa tramite lavori quali “Radioportrait” e “Paysages intérieurs/Interior landscapes“. Con questi lavori inizia anche una nuova cifra stilistica basata sull’utilizzo di macchinari medici di ultima generazione che restituiscono colori vivaci e grafiche computerizzate.



Xavier Lucchesi
Non stiamo più guardando una semplice radiografia che ci mostra il buon funzionamento dell’anatomia umana ma stiamo indagando quel che ci compone realmente, ciò che forma il nostro pensiero e il nostro agire.
Durante una conferenza tenutasi al Berkley Center for New Media nel 2014 Lucchesi espresse la sua ricerca artistica del sé:
“L’artista percepisce il mondo in modo differente, attraverso i gesti e non attraverso la coscienza. Quando ci liberiamo dalla dualità prevalente tra pensiero e corpo, quest’ultimo diviene il medium principale della creazione, libero da ogni forma di coscienza. (…)
Lasciando agire il corpo come mezzo d’espressione, l’artista lascia che questo si esprima e si auto-ritragga durante la creazione. La creazione diviene dunque l’immagine del nostro io interiore: “il paesaggio interiore” dell’artista. (…)
Quando il gesto sorpassa il pensiero, il corpo umano diventa egli stesso il medium principale della creazione e ci permette di guardare all’interno del corpo tramite gesto artistico.”
Lucchesi si avvicina sempre più a svelare ciò che vede l’artista all’interno del suo corpo: il “paesaggio interiore” che ispira la sua creazione e che muove la sua mano, facendolo arrivare al compimento dell’opera d’arte. Quello che non si vede dall’esterno, tramite occhio umano, viene percepito dall’occhio della mente. Le radiografie hanno dunque il compito di restituire questo sguardo introspettivo, rendendo materiale l’immateriale.
FONTI:
Sito ufficiale dell’artista
www.artjaws.com
anti-utopias.com/biometrie
anti-utopias.com/automates-automatons
www.youtube.com